Un piccolo orto in città

Anche quest’anno, nella nostra scuola, i ragazzi di varie classi imparano a coltivare la terra e a prendersi cura della natura, divertendosi

Di Asia L., Razel O. e Stella V.

Nel cortile della scuola Besta c’è un piccolo orto con lattuga, basilico, rape rosse ed erba cipollina. A curarlo, occupandosi delle piante e del terreno, sono gli alunni del professore di tecnologia Gabriele Viccica che dall’inizio dell’anno scolastico ha deciso di far rinascere il progetto. Durante le ore di lezione mattutine, il professore accompagna gli alunni nell’orto: i ragazzi, prima di iniziare a lavorare, si mettono stivali e guanti per non sporcarsi e prendono gli attrezzi. Ognuno degli studenti ha un ruolo: gli alunni si suddividono i compiti autonomamente. Alcuni prendono le zappe, altri le palette, altri ancora il rastrello o la vanga e iniziano a lavorare. Il professore aiuta gli studenti indicando loro il corretto uso degli strumenti di lavoro. Non mancano però difficoltà e imprevisti: ritornando dalle vacanze di Natale, i ragazzi si sono trovati costretti a rimediare ai danni causati da lumache e insetti. Gli studenti, con l’aiuto del professore, hanno inserito delle lattine, riempiendole di birra, come trappola per gli ospiti non graditi.

 “Quello dell’orto – ha raccontato il prof. Viccica – è un valido progetto per riscoprire la natura usando gli attrezzi e sporcandosi le mani. Credo che  la soddisfazione dei ragazzi nel far nascere un prodotto dal seme, portarlo a casa e mangiarlo sia molto importante. Penso sia anche un modo per far conoscere fra loro i ragazzi e farli lavorare assieme per raggiungere uno stesso obiettivo, cioè il raccogliere il frutto o la verdura che crescerà con il passare delle stagioni”.

Degli alunni hanno rilasciato queste testimonianze. Una ragazza ha detto: “L’orto è una bell’idea! Ho zappato e tolto le foglie dal terreno. Mi piace piantare i semi e con quest’idea è bello sporcarsi le mani”. Un ragazzo ha aggiunto: “Penso che il progetto, di cui sono molto fiero, sia anche un buon modo per far divertire gli studenti”. Un’altra ragazza ha raccontato: “Mi piace, è un’idea stupenda per continuare a curarsi della natura e a comprenderla meglio”.



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